Signor Ministro,
la Società Italiana delle Storiche guarda con preoccupazione alle conseguenze negative che alcune delle modifiche nell’assetto di archivi e biblioteche italiane proposte dal DPCM di Riforma del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo possono avere sugli studi storici. Lo smantellamento del sistema di tutela degli archivi sul territorio, mediante l’attribuzione agli Archivi di Stato delle competenze delle
Soprintendenze archivistiche, la cancellazione dell’Istituto centrale per gli archivi, il ventilato assorbimento di alcune biblioteche specialistiche sotto le Nazionali centrali di Roma e di Firenze – con conseguente perdita di autonomia scientifica e gestionale – rappresentano un indebolimento delle strutture, non una razionalizzazione, se si considera il destino subito da alcuni prestigiosi luoghi di ricerca – come la Biblioteca Universitaria di Pisa – dopo il “declassamento” a istituto non dirigenziale. Né dalla riforma giungono segnali che indichino finalmente un impegno concreto del Mibact per la conservazione delle fonti per gli storici di domani, in primo luogo quelle prodotte in formato digitale.
D’altro canto non si registra alcun segnale positivo per quanto riguarda il finanziamento degli istituti archivistici e bibliotecari e il reclutamento di nuovo personale, più che mai urgente vista l’età prossima al pensionamento della maggioranza dei tecnici. È sotto gli occhi di tutti gli studiosi quale scadimento nella qualità dei servizi e nelle condizioni di ricerca abbiano prodotto i tagli selvaggi subiti in questi anni dall’amministrazione dei beni culturali e avremmo auspicato da Lei, Signor Ministro Franceschini, almeno l’inizio di un’inversione di rotta.
Isabelle Chabot
Presidente della Società Italiana delle Storiche