Comunicato del Direttivo della Società italiana delle storiche
Una parte d’Italia piange in questi giorni Silvio Berlusconi, e gli tributa l’onore del lutto nazionale, finora riservato solo a Presidenti della Repubblica.
Gli affetti personali e i lutti dovuti alla perdita di una persona cara sono sempre da rispettare.
Altra cosa è però il lutto nazionale per un uomo che, pur avendo rivestito un ruolo istituzionale, ha sistematicamente offeso i valori costituzionali incrinando la sfera dei diritti e dei doveri propri della cittadinanza.
Né sono meno inquietanti e inopportuni gli onori tributati a Berlusconi se si guarda alla sua vicenda da una prospettiva di genere. Berlusconi ha legittimato, nella comunicazione e nei comportamenti pubblici, la reificazione e la mercificazione delle donne e dei corpi femminili, esaltando una maschilità patriarcale e paternalistica e contribuendo così a rallentare, e in qualche caso addirittura a invertire, il percorso verso una società più paritaria e rispettosa delle differenze di genere avviatosi con la caduta del fascismo, la Resistenza e la nascita dell’Italia repubblicana, e poi reso più celere dai femminismi degli anni Settanta del Novecento.
Crediamo che le donne italiane, nella loro faticosa marcia verso la parità e la messa in discussione degli assetti tradizionali della famiglia e della sessualità, abbiano avuto un avversario in Berlusconi e nel berlusconismo: un avversario potente, vigorosamente combattuto e di cui le proteste delle donne stesse hanno contribuito a decretare il declino.
Come storiche, per professione consapevoli del passato; come femministe attente ai diritti connessi alla sfera del genere e della sessualità; come donne sensibili al rispetto delle identità di genere e degli orientamenti sessuali, non possiamo oggi che esprimere con voce chiara e forte il nostro dissenso per la scelta di rendere a Berlusconi tributi istituzionali da riservare a chi rispetta i valori della Repubblica.
Il direttivo della Società Italiana delle Storiche